La più antica testimonianza della presenza di una biblioteca a Camaldoli è contenuta nella legislazione di Martino III del 1253 con la quale viene disciplinata la consultazione dei manoscritti. Il primo edificio a contenere fisicamente la biblioteca, sono le stanze adiacenti la sacrestia fatta costruire dal priore generale Mariotto Allegri, intorno al 1460. Successivamente venne trasferita nei locali costruiti appositamente nel 1620 circa dalla famiglia Farnese. Il primo inventario della biblioteca risale al 1406, venne poi riordinata nel 1693 da Dom Odoardo Baroncini, e successivamente, dopo le soppressioni napoleoniche venne nuovamente ordinata e aperta alla consultazione dal monaco camaldolese Lepri nel 1854. Con la soppressione degli enti religiosi tra il 1870 e il 1890 la biblioteca subì una ulteriore dispersione ma venne ricostituita attraverso le collezioni librarie dei padri Abati. Attualmente la biblioteca antica conserva diecimila volumi tra i quali, il Salterio di San Romualdo del sec. IX.1, e tra gli stampati il volgarizzamento della Legenda Aurea, stampata a Venezia nel 1475 e miniata per la famiglia Rucellai.
Perché aiutare la Biblioteca di Camaldoli.